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[E-book-Ita-poliziesco]La gita a Tindari

Torrent: [E-book-Ita-poliziesco]La gita a Tindari
Description:

La gita a Tindari

di Andrea Camilleri





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• Titolo: La gita a Tindari
• Autore: Camilleri Andrea
• Editore: Sellerio Editore-Palermo
• Collana: La memoria
• Data di Pubblicazione: 1994
• Genere: Romanzo
• Sottogenere: Giallo


La gita a Tindari è un romanzo di Andrea Camilleri, pubblicato nel 2000, dalla casa editrice Sellerio.Dall'opera è stato tratto uno sceneggiato televisivo trasmesso da Rai Uno nel 2001 con l'attore Luca Zingaretti nella parte del commissario Montalbano





Che collegamento può esserci tra un laido personaggio pornografo e "femminaro" che viene ucciso sul portone di un palazzo e la scomparsa, nello stesso condominio, di due inseparabili vecchietti, i signori Griffo che, abituati da sempre a starsene rinchiusi in casa, decidono invece di partecipare ad una di quelle gite "tutto compreso", a poco prezzo dove durante il percorso si vendono meravigliose pentole? Che cosa può esserci a Tindari che li ha spinti ad andarci? E che fine hanno fatto?
Sarà Beatrice, detta "Beba", la bella giovane che diverrà nel romanzo successivo L'odore della notte, la moglie dell'amico e vice commissario Mimì Augello, che darà al comissario il primo indizio sul caso. L'accompagnatrice e venditrice gli racconta infatti che durante la gita venivano fatte dall'autista del pullman turistico delle foto ricordo che ingrandite faranno notare al commissario la presenza di un' auto che seguiva il pullman con i due vecchi coniugi seduti in disparte nell'ultima fila di posti.
I due coniugi, si scoprirà in seguito, sono stati uccisi, mano nella mano, in una lontana campagna secondo uno stile di esecuzione mafiosa. Ma che c'entra la mafia con i due vecchietti?
Aiutante di primo piano all'indagine, oltre ai soliti Fazio e Mimì , questa volta sarà l'addetto al centralino telefonico del commissariato: l'ineffabile piantone Catarella, affezionatissimo e devoto ammiratore del suo dottori, che rivela doti inaspettate di esperto informatico.
Proprio quel Catarella che parla un tutto suo "catarellesco" linguaggio e che quando apre le porte le fa "esplodere" contro la parete provocando la caduta di calcinacci e il quasi infarto del "dottori" , messo da Montalbano al computer dell'ucciso Nenè Sanfilippo, dedicandosi, giorno e notte alla ricerca scoprirà le password che lo proteggono. Analizzando il contenuto dell' hard disk, Catarella, arrossendo per l'imbarazzo, scoprirà foto pornografiche delle avventure del Sanfilippo con Vania Titulesco, moglie rumena del famoso chirurgo Eugenio Isgrò, specialista in trapianti d'organo e la bozza di un romanzo di fantascienza che darà al commissario la chiave per risolvere il caso a suo modo, con un colpo di tiatro...








Diciamolo pure: il lettore accanito che sia rimasto intrigato almeno da un romanzo di Camilleri- tanto da quelli ambientati nella Vigàta 'storica' quanto da quelli del ciclo di Montalbano - non potrà più evitare di perdersene uno soltanto. E' un fatto indiscutibile e le classifiche di vendita parlano chiaro, nonostante l'atteggiamento pressappochistico della critica ufficiale nei confronti dell'autore siciliano. Il fatto è che, soprattutto per quanto riguarda le avventure dell'ormai mitico commissario di Vigàta, "il centro più inventato della Sicilia più tipica", Camilleri ha costruito a tavolino un personaggio vivo e di grande impatto, umanamente simpatico perché complesso, coerente ma sempre capace di stupire con qualche occasionale inversione di rotta, una figura per certi versi ossimorica e con il gusto di sapersi contraddire senza perdersi per strada. Che poi il commissario Montalbano sia protagonista di un genere come il giallo (seppure sui generis), ancora scarsamente considerato dai critici letterari d'estrazione universitaria, non deve trarre in inganno: che Camilleri sia capace di sfornare a ripetizione romanzi fondati su meccanismi seriali senza ingenerare noia nei lettori ma, anzi, appassionandoli sempre di più, è anzi un risultato di rilievo assoluto. E alla fine saranno costrette ad accorgersene anche le famigerate antologie novecentesche, nonostante la pessimistica previsione che lo stesso autore lascia cadere nelle ultime pagine de La gita a Tindari, la quinta avventura della serie 'regolare' di Montalbano, arrivata dopo le ultime raccolte di racconti (pure baciate dal successo) Un mese con Montalbano e Gli arancini di Montalbano e il romanzo La mossa del cavallo, ambientato nella Vigàta di fine Ottocento. Le convenzioni narrative del giallo prevedono che ci sia un delitto, degli indizi apparentemente insufficienti per risolverlo e una mente investigativa capace di leggere tra le righe ed aprire il caso all'immancabile soluzione. La gita a Tindari non fa eccezione rispetto allo schema: nel romanzo Camilleri si diverte però a rimescolare le carte in gioco, perché i casi in questione sono due per relativi tre omicidi.
Da una parte c'è il ritrovamento del cadavere di un giovanotto con un tenore di vita apparentemente superiore ai suoi mezzi; dall'altra la scomparsa di due anziani coniugi pensionati e "mutangheri", da sempre restii a spostarsi e partiti, chissà per quale motivo, per un'improvvisa gita a Tindari, purtroppo per loro anche l'ultima. La connessione tra i due casi è così palese da sembrare un'incredibile coincidenza: l'anziana coppia e il giovane vivevano infatti a Vigàta al condominio di via Cavour 44. Stando alle indiscrezioni raccolte in paese non intercorrevano rapporti d'alcun genere tra loro: gli stessi condomini non avevano relazione con i coniugi e sembrano ignorare perfino che il giovane assassinato vivesse lì. Alla solita partenza complicata dei casi di Montalbano arrivano poi i soliti personaggi a rendere ancora più complesso il quadro generale delle indagini. Uno ad uno ritroviamo i volti noti ed impariamo a conoscere i nuovi: un Montalbano "nirbùso" e insofferente verso il futuro, un Mimì Augello che pensa a sposarsi e medita di trasferirsi a Padova- almeno finché non conosce Beatrice, una bella "picciotta"- , i vari Fazio, Gallo, Galluzzo e il solito vetero-sicùlo Catarella, la svedese Ingrid (che stavolta fa centro) e Livia di Boccadasse, l'eterna fidanzata del commissario, stavolta solo presenza telefonica. Nel corso dell'indagine seguiamo Montalbano intento a cercare di leggere il Quintetto di Buenos Aires di Vázquez Montalbán, impegnato nel gustarsi in rigoroso silenzio le tipiche delizie gastronomiche siciliane e, ovviamente, concentrato sul caso in questione: la soluzione gli arriverà seguendo il filo dell'intricatissimo groviglio dei rami di un ulivo saraceno che (Pirandello docet) gli impedirà di scartare le ipotesi più ardite, arrivando così alla soluzione. Il tutto "macàri" innaffiato dal succoso impasto sicùlo-italiano che è diventato il marchio di fabbrica della narrativa camilleriana, breve o lunga che sia.






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Added: 2009-06-21 15:27:00
Language: Italian
Peers: Seeders : 0 , Leechers : 0
Release name: [E-book-Ita-poliziesco]La gita a Tindari
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